Giorno 16: Alienati o alienanti?

The Artist | Alien

Più bemolle che diesis è la trasmissione che conduco il giovedì sera su Studio Blue Radio, nella quale intervisto artisti. Il nome di questo programma, ex rubrica su blog, nasce da un sorrisetto scemo che mi parte quando sento due musicisti discutere sul re diesis o sul mi bemolle; attenzione: l’argomento è tutt’altro che stupido.

Per chi non lo sapesse le due note ne indicano la stessa; eppure l’impressione è diversa. Il diesis aggiunge un mezzo tono e nella mia mente bacata assume un significato in positivo, di maggiore anche se, intendiamoci, non c’entra niente. Il bemolle ne toglie mezzo e assume un senso negativo, minore, più malinconico. Perché? Boh?

Parto con questo discorso perché, proprio lo scorso giovedì sera, mi è capitato d’intervistare gli Echoes & Memories, puntata che potete ascoltare qui e mettere un bel like. Come saprete, o avrete modo di sapere, è un duo di altissimo livello tecnico composto da un pianista e una cantante lirica; ma non si fermano a una formazione classica, tanto è vero che sono appassionati di diversi generi che coltivano e portano in scena.

L’argomento è ricorrente negli ambienti del Conservatorio, ovvero la difficoltà di riconoscere come validi generi non convenzionali per l’ambito più intellettuale; il bello è che non dipende nemmeno dalla complessità di esecuzione. Ora, non vorrei addentrarmi troppo nell’argomento perché non ne so abbastanza, ma di certo accade in tutti gli ambiti che, la passione per la musica, invece che unire, divida.

Ci sono fazioni per qualsiasi cosa. Ci sono fazioni perché, a un certo punto, il dialogo s’interrompe schierando un muro di dita che puntano dritto verso la luna; e nessuno guarda la luna, si guarda il dito. Ovviamente stiamo generalizzando e generalizzare non fa mai bene.

Anche perché lo scontro non è solo accademici e non, ma anche tra generi cosiddetti più “leggeri”. Insomma, il dibattito è davvero ampio e interessante, personalmente preferisco vedere che musicisti di alta formazione s’inseriscano in ambienti che non hanno magari una formazione accademica alle spalle e che si crei un clima di reciproco scambio, nel pieno rispetto dei gusti e percorsi personali.

Viva la musica, sempre!