Giorno 27: Mi alzo dal letto e svuoto il frigo?
Quando hai fatto tanta strada, pensi che sia tutto a posto ormai, in ordine e, invece, non è a posto un cazzo.
Esattamente quello che succede a tutti nella vita, con frequenza variabile, a seconda di quanto si sta bene con se stessi.
Certe situazioni ti pervadono del loro profumo anche quando hai pulito tutto a fondo, hai lavorato sull’ottica con cui guardi la vita, impegni le tue giornate in modo produttivo e bla bla bla… ma la verità è che la testa non sempre comunica con le emozioni.
A volte le emozioni sono come una classe turbolenta, di quelle che non si tengono a freno. Tu insegni come fare, il giusto comportamento, trai le migliori conclusioni. Ma alla fine, quando hai consumato tutta la frenesia del riordino: lì ti accorgi che c’è quel vuoto enorme.
BIAS ha una peculiarità, ovvero descrivere attraverso situazioni specifiche e circostanziate situazioni che ognuno applica alla propria esperienza; riesce sempre a creare quello scambio che di solito avviene in quei momenti confidenziali in cui incontri la parte migliore degli esseri umani, l’umanità con cui ti dicono “sì, capita anche a me”.
Allora la tua anomalia è qualcosa che ti accomuna alle anomalie degli altri, un ponte che ti porta in un luogo in cui stai meglio.
Una frase mi ha colpito del testo di Amsterdam, il nuovo brano di questo straordinario artista:
“Mi alzo dal letto e svuoto il frigo”
Per alcuni è una cosa che capita, per altri è la regola. A me ha ricondotto al mio immane e sempiterno problema del rapporto col cibo che mi ha fatto fare altalene di 20, 25 chili come fosse una gara da vincere. Come se nel raggiungere un numero sulla bilancia potesse risolvere una matassa intricatissima, come se raggiungere una forma fisica socialmente accettabile mi potesse mettere al sicuro da ciò che non sapevo chiamare col proprio nome: le emozioni.
Ora, non esiste una forma fisica socialmente accettabile e non esistono emozioni giuste e sbagliate e nemmeno siamo in obbligo di avere sempre tutto sotto controllo.
Amsterdam per me ha rimandato a questo vissuto. Per BIAS era il rientro da un viaggio dopo una storia finita male e, ancora una volta, la differenza tra la banalità e un bel brano, l’ha fatta il dettaglio.