Mesmerising: foglio bianco o foglio nero?
Artista: Mesmerising
Album: The Clutters Storyteller
Genere: Progressive
Grado di rischio: ALTISSIMO… di scoprirsi un foglio nero
Una volta, una persona, mi ha detto che su un foglio bianco, un punto nero lo vedi subito; naturalmente la connotazione era negativa, sicché, ripensandoci, mi son detta: anche su un foglio nero un punto bianco lo vedi subito; è un punto luce.
Secondo me, le belle intuizioni artistiche sono tanti punti luce che catturano l’attenzione anche senza volere e se sai che un percorso è lastricato di errori che ti portano a migliorare, non perdi tempo a vedere le cose per chiazze nere.
Mesmerising è un punto luce che porta con sé un lungo processo di intuizione e di attenzione nel sviluppare musica fatta con molta cura e amore. Si sente uno studio e una cultura musicale accurata che viene tradotta secondo un proprio stile preciso e di alto livello.
Chi vede macchie scure su fogli bianchi potrà dire che “sì, ma… sì, boh… sì, però… sì, qua e sì, la”: aria.
La musica che fa viaggiare necessita di una mente aperta e interessata a farsi sorprendere, che non abbia pregiudizi di sorta: perciò a volte sembra di ritrovarsi in un qualche jazzclub di New York, magari negli anni ’70, magari in una nuvola di fumo di sigarette, mischiati in fragranze alcoliche con cubetti di ghiaccio che tintinnano nei bicchieri oppure no, on the rocks.
Magari il talento potrebbe essere qualcuno che in arte si fa chiamare Mesmerising e che sta eseguendo un brano, Ballad of a creepy night.
Magari hai appena scoperto un talento di quel magico genere che è il progressive in cui tutto si mescola e racconta una scena. Magari quel talento, che ti pare maledetto, torna a casa e apre il frigo per bere un analcolico biondo che fa girare il mondo con l’oliva infilzata da quegli stuzzicadenti con gli ombrellini; e che ne so? Magari odia le camice hawaiane e si infila la maglia di Pac-Man.
Ma magari non è affatto un tipo così, che ci importa? Mesmerising non ti chiede di vedere qualcosa, chiede di essere ascoltato nei suoi cambi improvvisi di timing o nelle incursioni di suoni che potrebbero provenire da un 45 giri di Demis Roussos e sì, anche di altri più eclatanti.
Perciò ci si può anche perdere in cuffia con L’inizio dell’ultimo quarto, magari osservando il panorama di un posto a cui ti sei spinto e che non sapresti forse nemmeno ritrovare.
O magari stai guidando di notte, in mezzo a luci colorate che indicano direzioni, sì, quelle che stanno accanto al volante e che no, non sei un pellerossa che gioca con le frecce.
Le luci, quelle che ti fanno strada e che si notano su un foglio nero.
Quelle che, tradotte in musica, sono esperienze.
Quelle che, nella vita, sono soluzioni, idee.
Nessuno è un foglio bianco e possiamo anche non preoccuparci di esserlo.